Quest’anno i cinque gruppi di “Colei che sa” hanno deciso di continuare l’approfondimento degli archetipi femminili, associati a figure bibliche. Il progetto di “Colei che sa” coinvolge donne animate dal desiderio di raccontarsi una vita spirituale a misura del proprio vissuto e della propria sensibilità; ogni incontro le arricchisce e le lascia sempre più alleate fra loro. È quanto condivide in questa pagina il gruppo di Padova.
In uno splendido sabato di primavera del 13 aprile, ci siamo ritrovate in 23, in compagnia dell’archetipo di Kore-Persefone. Questa dea, che attraversa la soglia dell’inferi quando è ancora una fanciulla legata alle attenzioni della madre, riesce a “stare” in quel buio e, proprio perché condizionata dall’essere sola, prende consapevolezza di poter finalmente gestire la sua vita. Lei sceglierà di mangiare i sei semi della melagrana che le permetteranno di essere sulla terra per sei mesi all’anno e negli inferi per gli altri sei mesi. Sr. Tiziana ci ha invitate ad accogliere le sfide della vita e, dentro queste, puntare a crescere. Quando siamo nell’oscurità, rischiamo di crogiolarci nel ruolo di vittime, di deprimerci per la situazione pesante o di sentirci sempre “fuori luogo”; possiamo imparare che nel buio abbiamo la possibilità di coltivare la saggezza cercando il senso di ciò che sta accadendo, abbracciando il cambiamento e accogliendo la ciclicità della vita, gustandola nella sua totalità.
Per la prima volta, poi, ci siamo fatte dono di alcune “pagine di quel Quinto Vangelo” che scriviamo con la nostra vita, mettendoci in ascolto di esperienze di “attraversamento del buio”. Chiara, Tiziana, Martina e sr. Gabriella, del nostro team, hanno condiviso momenti pesanti ma rigenerativi della loro vita. È stato bello accogliere, condividere e riconoscere in questi racconti di vita vera, frammenti dell’esistenza di ognuna di noi.
Durante il laboratorio abbiamo avuto la possibilità di esprimere la nostra situazione di buio/luce attraverso un piccolo foglio nero sul quale potevamo scrivere, disegnare, incollare immagini che ci dessero la sensazione di luce: abbiamo usato colori che “attraversano” il nero, donandoci la consapevolezza che il colore e la luce possono riportare la primavera.
Condividendo in piccoli gruppi le nostre situazioni personali difficili, ci siamo incoraggiate a vicenda a trovare la soglia da attraversare: la partecipazione di ognuna ha contribuito ad accrescere la nostra accettazione e la nostra speranza.
Durante il rito di conclusione abbiamo mangiato sei arilli di melagrana ad indicare il nostro accettare di “stare” dentro i periodi di difficoltà, con coraggio e speranza. La benedizione reciproca ci ha voluto ancora una volta rafforzare nello spirito e ha concluso il nostro pomeriggio di riflessione ma anche di gioia nell’incontrarsi.
Alcune risonanze:
“Siamo state in compagnia di Persefone che ci ha aiutato a cogliere le sfide della vita e, approfittando di quei momenti, crescere e cambiare. Abbiamo cercato di riconoscere il buio (inverno) e di trovare il passaggio per ritornare alla luce (primavera). Siamo riuscite a tirar fuori i nostri vissuti e a creare colore dai nostri cartoncini neri. È stato un pomeriggio intimo, emozionante, luminoso e colorato. T.”
“Davvero tanta gratitudine ad ognuna per quello che ha condiviso e al gruppo che ogni volta riesce a rendere possibile questo “miracolo” dell’incontro, tra di noi e dentro ognuna di noi. Grazie davvero. G.”
“Tanti spunti e tanti segni per farmi comprendere che la vita è fatta di romanze e di delusioni. Tutto serve e quando siamo nel buio ci vuole pazienza. Grazie per le preziose condivisioni delle nostre sorelle alleate. Ho scoperto il Quinto Vangelo che io chiamo parole di vita quotidiana. Grazie a voi tutte grazie. L.”
“Mi è piaciuto tanto quell’attraversare le soglie, ma anche il saper sostare nella prova, nel buio: anche il buio può essere fonte di nuove risorse. R.”
“È stato un pomeriggio pieno di spunti d’introspezione e riflessione; il nostro stare insieme, poi, è un carburante insostituibile per tornare alla “vita” P.”