Ogni anno viene proposto un percorso per ragazze dai 18 anni in su – denominato Step by step dalle SFP – impegnate nella pastorale giovanile dell’area italiana: sono incontri sulla Parola di Dio, laboratori espressivi, conoscenza di sé alla scoperta della propria femminilità.
Il percorso è scandito in 7 step e, dal 15 al 18 maggio, si è svolto a Padova il penultimo dal titolo “Per generare vita”. La comunità di Casa Nazareth ha accolto sette giovani donne provenienti da tutta Italia, condividendo con loro i servizi rivolti alle persone fragili e ispirati dal carisma di Madre Francesca, in alternanza a momenti di preghiera e vita comunitaria.
Questo step segna un passaggio importante nel percorso: dopo una prima parte rivolta a rileggere la propria esperienza di vita, ad esplorare i diversi volti dell’amore di Dio e ad imparare a conoscersi, le ragazze hanno vissuto uno spazio e un tempo ispirato all’esperienza evangelica di Marta e Maria (Lc 10), dove sono state invitate a stare nella relazione con Dio, non solo attraverso l’ascolto e la preghiera, ma anche attraverso la concretezza e l’impegno dell’incontro con l’altro/a, con persone fragili e ferite.
In diversi contesti, si sono incontrate con fratelli e sorelle, condividendo la loro quotidianità ed entrando in punta di piedi nelle loro vite. Così, hanno lavorato a quattro, sei, otto mani nel laboratorio di Progetto Miriam con le donne ospiti, condividendo con loro anche momenti informali, insieme a gesti semplici di affetto e di vicinanza. Alcune hanno incrociato lo sguardo luminoso di una madre, un’associata SFP, che ha condiviso l’esperienza di anni di cura nei confronti del figlio colpito dalla malattia. Altre sono state accolte in un clima di festa per un tè marocchino da una famiglia, che ha trovato nell’Opera del pane dei poveri di Sant’Antonio un punto di riferimento per affrontare alcuni momenti di difficoltà. In questi incontri, nei gesti e nelle parole dell’altra, hanno risuonato domande personali ed emozioni, rilette e condivise con uno sguardo d’amore sui propri vissuti.
“Non mi aspettavo che lo step fosse così liberante, suggerisco di vivere questa esperienza a prescindere dal rapporto che si ha con Dio, perché io mi sono approcciata in un momento in cui Dio mancava molto nella mia vita e adesso… sto pregando”. N.
“Mi ha sorpreso trovare delle persone così accoglienti, mi ha fatto sentire me stessa, senza paura di deludere e disposta a mettermi in gioco senza paura di sbagliare”. B.
L’esperienza concreta si è alternata, come in una danza, con momenti di vita comunitaria in cui offrire un gesto di cura per le sorelle, cucinando e riordinando il giardino. Abbiamo condiviso la visita guidata alla Basilica del Santo sui passi di Sant’Antonio, per rivedere con occhi nuovi la sua storia, fatta anche di fallimenti e i luoghi che la ricordano. Infine abbiamo fatto festa, in un clima di amicizia e vicinanza tra sorelle in cammino.
I momenti di preghiera insieme hanno richiamato gesti d’amore evangelici, come la lavanda dei piedi, e hanno lasciato spazio all’espressione creativa di donne immerse in un curato giardino primaverile in una giornata di sole.
Ecco altre risonanze sull’esperienza vissuta.
“Durante il laboratorio creativo, pur non avendo chiaro da subito il progetto da realizzare, ho svolto un buon lavoro con il materiale che più mi rappresentava, scoprendo che tante volte non capiamo il progetto che si sta realizzando nella nostra vita, se non a posteriori e, con una visione d’insieme, si rileggono tanti nuovi significati”. R.
“Il brano del Vangelo dove la donna rompe il vaso di alabastro versando l’olio di nardo sulla testa di Gesù, l’ho collegato alle nostre vite che si devono necessariamente “spaccare”, proprio come il vaso, affinché portino frutto”. D.
C’è stato tempo anche per riflettere su “ciò che amore non è”, attraverso un incontro di formazione, con uno sguardo sugli sconfinamenti nelle relazioni che diventano abusi e su come la Chiesa si sta prendendo cura di queste ferite.
Gesto di cura è stato anche dedicare a tutte una canzone del cuore, E resta il grano di Erica Boschiero, la quale ricorda che un Amore è presente e concreto anche quando la vita è ferita o non proprio come la vorremmo.
“E resta il grano a dondolare, che l’uragano è finito e ora puoi riposare.”
“E resta il grano a dondolare, che l’uragano è finito e ora puoi respirare.”
A cura di Francesca Canturi ed Elisabeth Agrillo